Quando si decide di assumere una badante si valuta la migliore soluzione, attivandosi attraverso il passaparola e guardandosi in giro, confrontando vari preventivi. Molte famiglie però, soprattutto alla prima esperienza, possono cadere in situazioni apparentemente favorevoli ma che in un secondo momento potrebbero generare problematiche significative. In questo articolo vedremo insieme quali potrebbero essere le soluzioni corrette e legali per l’assunzione di un’assistente familiare.
Molto spesso, per evitare perdite di tempo o costi che sembrano essere eccessivi, si rincorre alla modalità del tacito accordo tra le parti senza la stipulazione di alcun contratto. Questa pratica illecita può generare grandi rischi per la famiglia che può essere sanzionata secondo le norme vigenti: se la badante ha svolto attività in nero per non oltre 30 giorni c’è una sanzione da un minimo 1.800 euro a un massimo 10.800 euro; se l’attività non ha superato i 60 giorni, la sanzione parte da un minimo di 3.600 euro e arriva ad un massimo di 21.600 euro mentre se supera i 60 giorni, la sanzione oscilla tra un minimo di 7.200 euro e un massimo di 43.200.
Inoltre la stessa lavoratrice può decidere di affidarsi ad un ispettorato territoriale del lavoro o sindacato e presentare una vertenza che obbligherà la famiglia a risarcire, in base alle dichiarazioni dell’assistente familiare, tutto ciò che le spetta (stipendi, differenze retributive, contributi previdenziali, Tfr, ferie, permessi). Inoltre, l’operatrice non è alcun modo tutelata in caso di un eventuale infortunio.
I lavoratori domestici sono di norma assunti direttamente dalle famiglie o tramite CAF e dalle agenzie di somministrazione regolarmente autorizzate e iscritte all’albo del Ministero del Lavoro. Per l’assunzione viene utilizzato il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico – CCNL domestico – per gestire i rapporti di lavoro subordinato. Le tutele in questi casi, sia per il lavoratore che per le famiglie, sono elevate al contrario di chi assume senza contratto oppure di chi si affida a società che non offrono garanzie/non autorizzate.
Affidarsi ad un’Agenzia di Somministrazione, inoltre, solleva il privato da un rapporto diretto con l’operatrice, in quanto si sostituisce alla famiglia in qualità di datore di lavoro, occupandosi di tutte le pratiche amministrative, burocratiche e contributive. Il lavoratore è inquadrato con regolare contratto, al fine di rispettare i suoi diritti nella piena legalità. In questi casi la famiglia/Tutore legale non ha alcuna responsabilità in quanto viene a mancare il vincolo contrattuale che li lega in maniera diretta alla lavoratrice/lavoratore.
Tra i vantaggi di un’assunzione in regola troviamo, inoltre, le agevolazioni fiscali: la detrazione del 19% delle spese sostenute per un massimo di 2.100 euro complessivi e deduzioni degli oneri contributivi annui, per un massimo di 1.549,37 euro.
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